Un giorno a Potenza apre una libreria, che già questo come elemento di follia non è male.
Questa libreria si pone il problema di doversi ritagliare uno spazio in una città culturalmente in calo rispetto a qualche decennio fa,.ma questo non scoraggia la voglia di mettersi in proprio delle due sorelle titolari, Angela, giornalista, e Filomena, insegnante. E così, sobbarcandosi tutte le incognite del caso, le due sorelle si incamminano verso la loro prima vera esperienza imprenditoriale. Un po’ per farsi conoscere, un po’ per distinguersi dalla concorrenza, decidono di dare vita ad una serie di incontri tematici tenuti da loro amici, ciascuno esperto in una sua materia che abbia in qualche modo a che fare con i libri. A me decidono di affidare un percorso basato sulla narrazione, e propongo loro un “pacchetto” formato da racconti tratti da libri che sono stati ispiratori per film famosi, e così chiamiamo questo percorso: “Il Cinema in Libreria“. 4 incontri, 4 libri, 4 film per provare a seminare un percorso assolutamente sperimentale, vada come vada. Impresa che sembrava particolarmente difficoltosa specie in un un’area (non solo cittadina, ma proprio regionale) con i più bassi indici di lettura in assoluto.
Loro due ci mettono l’anima: organizzano la classica promozione degli appuntamenti (social e passaparola), accolgono e coccolano gli amici avventori con tisane e dolci, e io faccio quel che posso per garantire il meglio di cui sono capace.
Insomma sposiamo entrambi il progetto e partiamo. Quelle persone che hanno riempito le sedie nei pomeriggi della domenica (tranne l’ultimo incontro, che si è tenuto di martedì) secondo me sono stati dei folli meravigliosi. Appassionati cronici delle stesse cose che hanno spinto Angela e Filomena a dedicarsi alle lettere, alle storie e alle emozioni. Già, le emozioni. Non abbiamo usato una sola volta l’ingombrante parola “cultura”, ma l’abbiamo sostituita da una cosa che sembra in via di estinzione, per le persone che hanno superato gli “anta”: la passione per le storie.
E quello che abbiamo trovato dentro le pagine dei libri che abbiamo esaminato, e nelle scene che si sono incollate agli occhi, ci è piaciuto molto. Sì, anche a me che le ho proposte. Perchè il potere assurdo delle storie, in questo somiglia un po’ al potere della musica: non importa se l’hai già vista, sentita o letta: quella meccanica ripetizione delle vicende, delle frasi, delle scene, esercita su di te lo stesso potere della prima volta che ti sono entrate dentro, e quel modo un po’ singolare di riviverle, come quando stavamo intorno al nonno davanti al camino, ci solletica l’anima come la prima volta che l’abbiamo vissuto. Solo che abbiamo sostituito il camino con un moderno schermo lcd e il vecchio nonno con uno… zio. E così gli incontri se ne sono andati come le dolci tisane preparate da Angela e Filomena e come gli sguardi attenti e i sorrisi che ci siamo scambiati. Se ne sono andati, sì, ma quegli occhi e quelle domande mai fatte – perchè sapevamo tutti come finiva, ma ci piaceva lo stesso rivederlo – è stato più importante di quello che è potuto apparire.
Ed era bello osservare le facce di qualcuno che passava davanti alla vetrina, vedeva una serie di matti intorno ad un camino (pardon, schermo) e probabilmente si sarà chiesto: “ma questi non hanno proprio nulla di meglio da fare, la domenica pomeriggio?”
Forse ce l’avevamo pure qualcosa da fare, ma quelle due ore a parlare di libri, cinema,emozioni e passioni, non le avremmo perse per niente al mondo. Forse quelle due che hanno pensato di organizzare questi incontri sono folli, sicuramente lo sono a maggior misura quelli che vi hanno partecipato, ma devo dire che in mezzo a tutta questa anormalità, io mi ci sono trovato benissimo.
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