Disegnavi gli abissi con una linea dritta.
Li tagliavi come una lama taglia la pelle, delicata e inesorabile.
I tuoi polmoni contenevano tutti i venti della Maga Circe e si riempivano come gli otri dei marinai di Ulisse.
Non sei stato solo uno sportivo, sei stato un esploratore dell’infinito.
Meriti la storia, la leggenda, il rispetto per chi non ha avuto mai paura del buio, ma lo ha affrontato e battuto.
Attraverso i tuoi occhi abbiamo conosciuto gli abissi, e siamo risaliti.
Anche tu, molte volte.
Sempre.
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