L’amore e la rabbia sono sentimenti contrapposti solo in apparenza, ma spesso complementari. La rabbia è la parte malata dell’amore, quella che non dovrebbe mai venir fuori, perché ha una forza demolitrice. Eppure è quando scoppia in tutta la sua veemenza che riesce a provocare incrinature dalle quali poter ripartire. Questo è ciò che accade sovente in una relazione.
Può sembrare strano parlare di relazione riferendosi ad un luogo, eppure immagino la relazione con la città di Potenza proprio come se fosse una donna, o un caro amico.
Lei, intanto, non si scompone di un grammo: se ne sta lì, insensibile ai tuoi tormenti, osservandoti dall’alto di piazza Sedile o comodamente seduta su una panchina della Villa di Santa Maria.
[estratto dall’introduzione]
RASSEGNA STAMPA
talentilucani.it/biblioteca-potentina-6-con-rabbia-e-con-amore-di-dino-de-angelis intervista “Talenti Lucani” del 22 marzo 2020
Recensioni (da Ibs):
Leggere un libro di Dino De Angelis vuol dire essere pronti a fare a botte con la tua anima… succede sempre ed è accaduto anche stavolta, soprattutto stavolta che, oggetto della sua notevole scrittura, è la sua città, con tutte le sue sfaccettate contraddizioni. È vero, si parla di Potenza, ma potrebbe benissimo trattarsi di qualsiasi altra città del Sud, in cui è possibile ravvisare le stesse, identiche dinamiche che il NarrAutore De Angelis racconta in questo “diario di bordo”, nel quale si trovano, ravvicinate, “pagine di urla disperate, rime distratte e ispirazioni d’animo autentiche”. La dicotomia più potente che scaturisce da questa lettura è il duplice sentimento di rabbia, di stizza per quello che le nostre città potrebbero essere, ma non sono, e di amore per quei luoghi che non sono solo luoghi e basta, ma sono disseminati di persone che ne amplificano il valore e ne cementano il ricordo. Un libro che ti fa generare diversi interrogativi, primo fra tutti: “Ha ancora un senso vivere nella città in cui sono nato?” E poi: “Non sarebbe opportuno recidere una volta per tutte il cordone ombelicale con la mia città, ormai destinata a bearsi del suo immobilismo da cui noi, suoi figli rimasti ancora nel suo ventre, vorremmo issarla? Ed è a questo punto che l’urlo di De Angelis si fa più acuto e si prolunga fino ad arrivare alle nostre anime per darci coraggio, per farci credere ancora nella nostra libertà, per farci continuare, con ostinazione e passione, a voler restare “cani sciolti”. Un libro consigliato a coloro che, maledettamente testardi, intendono essere protagonisti della comunità in cui vivono perché si sentono chiamati a fare la loro parte “in una strategia di concreta inclusione sociale” e, per questo, hanno scelto di combattere ancora “dalla parte sbagliata del cuore”.
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